La Darbia blog

Alessi: la fabbrica dei sogni

Testo di Claudia Femia

Lun, 22 giugno 2015
Alessi: la fabbrica dei sogni
All’inizio del secolo scorso, all’estremità settentrionale del nostro Lago d’Orta, si crearono le condizioni per la nascita di alcune manifatture per la produzione di oggetti in metallo per la cucina; in pochi decenni queste piccole realtà si trasformarono nel più famoso distretto mondiale del casa..

All’inizio del secolo scorso, all’estremità settentrionale del nostro Lago d’Orta, si crearono le condizioni per la nascita di alcune manifatture per la produzione di oggetti in metallo per la cucina; in pochi decenni queste piccole realtà si trasformarono nel più famoso distretto mondiale del casalingo.

E’ incredibile oggi pensare che in soli quattro chilometri (la distanza che separa Omegna da Crusinallo) si sia potuto concentrare un così elevato numero di eccellenze industriali dal quale sono scaturite vere e proprie invenzioni ed oggetti che oggi sono di uso comune nelle nostre case: dalla caffettiera Moka (BIALETTI) alla pentola a pressione (LAGOSTINA) fino al frullatore elettrico (GIRMI).

Un nome su tutti però ha saputo imporsi all’attenzione mondiale per l’elevata qualità dei suoi prodotti, ed è l’ALESSI S.p.A. fondata nel 1921 come laboratorio metallurgico con fonderia.

Sul finire degli anni settanta Alberto Alessi inizia la collaborazione con una serie di designer esterni, come Achille Castiglioni ed Ettore Sottsass, e da quel momento l’azienda si prefigge l’obiettivo di produrre oggetti belli e funzionali ma anche capaci di rendere le persone un po’ più felici.

Esaudire i sogni della gente con la creatività del design”, seguendo questa filosofia aziendale dalla fabbrica di Crusinallo sono usciti veri e propri oggetti di culto come lo spremiagrumi di Starck, il bollitore con l’uccellino di Graves o la caffettiera cupola di Aldo Rossi.

Alberto Alessi: “Il nostro primo ruolo non è tanto quello di produrre delle lampade o delle caffettiere. E’ piuttosto quello di mediatori artistici: da una parte le migliori espressioni del design internazionale e dall’altra il cosiddetto mercato, i bisogni del pubblico o, come preferisco dire io, i sogni del pubblico”.