La Darbia blog

Il più bel salto delle Alpi

Testo di Claudia Femia

Ven, 12 agosto 2022
Il più bel salto delle Alpi
La «signora» delle Alpi è senz’altro lei, la celebre Cascata del Toce, in Alta Val Formazza, uno degli spettacoli naturali più belli che la montagna ci possa offrire. credits: @ale_rilievi Ecco, ci siamo: davanti a noi, solenne nella sua maestosità, la cascata ci appare all’improvviso dopo l’ultim..

La «signora» delle Alpi è senz’altro lei, la celebre Cascata del Toce, in Alta Val Formazza, uno degli spettacoli naturali più belli che la montagna ci possa offrire.


credits: @ale_rilievi

Ecco, ci siamo: davanti a noi, solenne nella sua maestosità, la cascata ci appare all’improvviso dopo l’ultimo tornante percorso lungo la sinuosa strada della valle Formazza. Quasi non te l’aspetti quando te la trovi davanti, perché lo spettacolo è sempre stupefacente, l’emozione toglie il fiato… Qualcuno l’ha definita «la cascata più bella delle Alpi», senz’altro è la più spettacolare oltre che la più alta d’Europa. La Frua (Frütt Fall in dialetto tedesco walser) è formata dal fiume Toce che nasce nella piana di Riale, dalla confluenza dei torrenti Hosand, Gries e Rhoni.


credits: @_andrea_borsotti

Siamo praticamente al confine con la Svizzera, immersi nella tipica atmosfera della montagna, con l’aria frizzante che sferza la pelle, i pascoli verdissimi e le casette walser sapientemente ristrutturate. Il Toce, che poi percorrerà tutta la valle per oltre ottanta km fino a gettarsi nel Lago Maggiore, si lascia scivolare lungo un pendio roccioso con un salto di 143 metri, fino a raggiungere l’ampia base della cascata. Sulla cima, lungo il ponticello in pietra che il torrente supera prima di gettarsi nel vuoto, c’è un eccezionale punto panoramico: un balconcino in legno proteso sul salto permette di contemplare la grandiosità di questo spettacolo naturale.


credits: @claudiamiglia

La storia della Cascata del Toce è da collegare alla storia dell’esplorazione alpinistica iniziata dal De Saussure nella seconda metà del Settecento. Nel 1863, l’imprenditore Giuseppe Zertanna, che aveva intuito le possibilità dello sviluppo turistico della valle, fece costruire proprio di fianco alla cascata, un albergo capace di accogliere gli escursionisti che affluivano in questa zona attratti dai numerosi percorsi tra le montagne e i ghiacciai. Successivamente la struttura fu ampliata anche grazie all’intervento dell’architetto Portaluppi, progettista anche delle bellissime centrali idroelettriche dell’Ossola. Di fianco all’albergo sorge anche una chiesetta seicentesca dedicata alla Madonna della Neve, mentre un allegro negozietto di souvenirs ci ricorda che siamo qui in vacanza per trascorrere una giornata da autentici turisti!


credits: @b.eccio

Questi luoghi hanno la capacità di trasmettere sensazioni rigeneranti, soprattutto per gli appassionati di montagna: infatti dalla cascata si diramano molti sentieri che conducono ai laghi alpini costruiti artificialmente per alimentare le numerose centrali idroelettriche.
Il più grande tra questi bacini è il Lago del Morasco, cinto da una poderosa diga percorribile a piedi, ma ci sono anche il Lago del Toggia, il Castel e il Lago Nero che possono essere raggiunti a piedi o in bicicletta grazie a itinerari di trekking.
Basta inerpicarsi per qualche sentiero e subito si possono sentire i fischi delle marmotte insieme ai campanacci delle mandrie che popolano i pascoli del Bettelmatt: le baite alpine, le distese di genziane, i torrenti con i loro guadi… tutto qui contribuisce a trasmettere una sensazione di pace. Prima di scendere a valle e di tornare alla Darbia vi raccomando una cosa: sdraiatevi sull’erba, chiudete gli occhi, inspirate l’aria pura della montagna e soprattutto ascoltate il fragore potente della cascata più bella delle Alpi…
Una sferzata di energia vi accompagnerà a lungo!