Gli aronesi lo chiamano affettuosamente “sancarlone”, un’espressione che definisce bene le dimensioni imponenti della statua che raffigura San Carlo Borromeo. Un colosso che domina da secoli la città di Arona.
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Mentre si osserva dal basso il Colosso di San Carlo, si fatica a credere che questa gigantesca statua risalga al lontano Seicento. Quella che oggi è un’attrazione turistica dal forte impatto scenografico, era un tempo elemento di devozione religiosa, l’omaggio ad un amato protagonista della cultura cattolica. Nato da una famiglia illustre nel 1538 nella rocca di Arona, una struttura fortificata poi distrutta per ordine di Napoleone, San Carlo Borromeo divenne vescovo e cardinale a soli ventidue anni. Dopo una carriera ecclesiastica fulminea, fu nominato arcivescovo di Milano, città per la quale si prodigò intensamente, dedicandosi all’assistenza dei poveri e dei malati, soprattutto negli anni difficili della carestia e della peste.
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Già pochi anni dopo la sua morte, San Carlo divenne una figura leggendaria: fu beatificato molto presto e intorno a lui crebbe l’aura del mito. Per questo si pensò di omaggiarlo facendo costruire una grande statua, un’opera grandiosa realizzata su progetto di Giovan Battista Crespi detto “il Cerano”. Gli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi, esecutori materiali delle parti in rame, modificarono leggermente il disegno originale e ne aumentarono le proporzioni.
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Alta 35 metri, la grandiosa statua è sorretta da un’anima in pietra, mattoni e ferro, mentre all’esterno è costituita di lastre di rame battute a martello sulla struttura di supporto e riunite insieme per mezzo di chiodi e tiranti. San Carlo è rappresentato in piedi, in abito talare, con rocchetto e mozzetta, nell’atto di benedire la città con la mano destra, mentre con il braccio sinistro stringe al corpo un libro. Nella parte posteriore del piedistallo, due scale a chiocciola in ferro consentono di raggiungere la balconata. Qui, tra le pieghe dell’abito del santo, si apre una porta attraverso la quale è possibile salire fino alla sommità, per mezzo di ripide scale verticali.
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Salire all’interno del colosso è un’esperienza incredibile: percorrere l’interno del “corpo” del santo e raggiungerne la testa., permette di affacciarsi ad alcuni fori che corrispondono agli occhi, alle narici e alle orecchie del santo, da cui è possibile guardare all’esterno e ammirare un vasto panorama che abbraccia l’intero bacino del lago.
Non tutti sanno che Frédéric-Auguste Bartholdi, che progettò la Statua della Libertà, soggiornò nella città di Arona allo scopo di studiare la struttura del colosso. Ai piedi della statua di New York una targa ricorda che è stata costruita su modello del Colosso di Arona, al quale tolse il primato di statua più alta al mondo.