È la straordinaria vicenda della Sacra di San Michele, abbarbicata su uno sperone di roccia, al confine tra Alpi e pianura. C’è un posto in Piemonte che non ti aspetti. Un luogo magico e surreale, un sito misterioso e fiabesco che ci riporta direttamente al lontano Medioevo.
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Quasi a sfidare i principi della fisica e la legge di gravità, l’abbazia di San Michele, edificata all’ingresso della Val di Susa nel X secolo, sorge a precipizio sulla cima del monte Pirchiriano. L’impatto che questo antico monastero genera sull’occhio del visitatore è a dir poco stupefacente: già da lontano l’edificio appare in tutta la sua imponenza eremitica, intriso di spiritualità e affascinante per la sua storia millenaria.
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Dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, la Sacra s’inserisce all’interno di una via di pellegrinaggio lunga oltre duemila km che va da Mont Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant’Angelo, in Puglia. La sua creazione viene attribuita a un personaggio che giunse in Italia in cerca di redenzione da un discutibile passato: era il conte Ugo di Montboissier, ricco e nobile signore dell’Alvernia. Recatosi a Roma per chiedere indulgenza al Papa, il conte ricevette, a titolo di penitenza, la possibilità di scegliere tra un esilio di sette anni e l’impresa di erigere un’abbazia. Fu così che alla fine del 900 iniziarono i lavori di costruzione del monastero, affidato poi alla gestione di cinque monaci benedettini e divenuto presto un importante punto di sosta per i pellegrini di alto livello sociale, quasi un centro culturale internazionale.
Mi sembra di sentire in sottofondo la musica solenne dei Carmina Burana mentre percorro il suggestivo Scalone dei Morti e attraverso il Portale dello Zodiaco, mentre ammiro la facciata principale, alta più di quaranta metri, e mi soffermo ad osservare capitelli con figure simboliche e basamenti di colonne decorati da grifoni. Figure inquietanti derivate dalla leggende medievali sembrano osservarmi da lontano: donne che allattano serpenti, tritoni e diavoli, personaggi biblici mescolati a simboli esoterici.
Per non parlare delle molte leggende che avvolgono la Sacra da tempi immemorabili: si narra ad esempio che una giovane di nome Alda, per sfuggire a dei soldati di ventura si sia buttata da una torre e sia stata salvata da due angeli che la fecero arrivare a terra senza ferite. Tuttavia, non riuscendo a vincere la tentazione di raccontare il miracolo ricevuto e non essendo creduta dalla gente, Alda ritentò l’impresa. Questa volta però gli angeli, per punirla dalla sua superbia, non la aiutarono e la giovane morì schiantandosi sulle rocce sottostanti.
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Dramma e ascetismo, storia e leggende, presente e passato dunque si fondono in questo luogo meraviglioso. Il fascino della Sacra è senz’altro incredibile, capace di infondere suggestioni mistiche, soprattutto quando il monastero appare fiero al di sopra della nebbia che avvolge la valle, oppure baciato da una luce argentea nelle sere di luna piena o, ancora, ammantato di neve durante i rigidi inverni.